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Edward Hopper: Room by the seaNOVITÀ

Con cadenza mensile, in questa parte del sito, saranno inseriti nuovi lavori o documenti.

Una Storia

Agli inizi degli anni '70, mentre l'accademia psichiatrica cercava il riconoscimento di “scientificità”, sbilanciandosi completamente verso la ricerca psicofarmacologica e gli psicoanalisti, timorosi di affrontare una realtà culturale e sociale profondamente diversa che rendeva inapplicabili i loro schemi teorici e tecnici, si chiudevano nei loro studi, un gruppo di giovani psichiatri cercava di opporsi a queste due tendenze, oltre a quella ormai dilagante e politicamente imperante del pensiero basagliano che per noi costituiva non una rivoluzione, ma un'ulteriore involuzione della psichiatria comportando implicitamente la negazione della malattia mentale.

I nostri obiettivi precisi, anche se ancora poco delineati nella teoria, erano quelli di riconoscere in primo luogo l'importanza delle relazioni interpersonali nella genesi e nella cura dei disturbi mentali, dall'altra di costruire una teoria adeguata che trovasse nell'ambito delle istituzioni pubbliche la verifica nel confronto con una nuova e diversa utenza psichiatrica che presentava bisogni e aspettative altrettanto nuovi.

A Roma, proprio in quegli anni, alcuni di questi giovani psichiatri già lavoravano in varie istituzioni pubbliche e tra queste una delle più prestigiose era certamente la Clinica delle Malattie Nervose e Mentali dell'Università “ La Sapienza ”.

Era molto difficile però riuscire a mantenere una propria identità e soprattutto poter perseguire gli obiettivi sopra delineati dal momento che lavoravo in un luogo ove l'intervento sui numerosi pazienti ricoverati, dopo sottili e lunghe disquisizioni fenomenologiche, atropo-analitiche e psicoanalitiche, quasi sempre terminavano con l'applicazione degli elettrodi per lo shock o con un'abbondante somministrazione di psicofarmaci, tale da indurre spesso e solamente gravi e catastrofici effetti collaterali.

Bisognava separarsi.

Fortunatamente, essendo avvenuta anche se con molto ritardo e per Decreto Ministeriale la separazione tra Neurologia e Psichiatria, quest'ultima si era costituita come Istituto di Psichiatria diretto dal Prof. Giancarlo Reda che, sensibile alle nuove problematiche, aveva trovato dei locali in Via di Villa Massimo per dare maggiore sviluppo alle attività ambulatoriali psichiatriche. Si costituiva così il Centro di Via di Villa Massimo che, distaccato anche materialmente dalla Clinica di Malattie Nervose e Mentali, era parte integrante dell'Istituto di Psichiatria.

Mi spostai immediatamente in questa nuova sede e come Dirigente responsabile trovai la possibilità e la libertà di attuare una serie di nuove esperienze. Una delle prime fu l'attuazione delle “psicoterapie analitiche brevi” che costituivano una risposta alle numerose richieste di psicoterapia, ma che nell'arco di qualche tempo, evidenziandosi alcuni limiti, portarono alla necessità di un superamento ed all'inizio di una diversa teoria e prassi che possiamo definire “psicoterapia dinamica”.

Comunque, al di là delle varie iniziative ed esperienze, l' obiettivo principale che ho perseguito sempre e con coerenza fu quello di costituire uno “spazio” che fosse libero, aperto a nuove esperienze, quindi in opposizione ad ogni forma di dogmatismo o di ideologia istituzionale.

All'interno di questa impostazione invitai il collega Massimo Fagioli in quelle aule universitarie chiedendogli di raccontare la sua ricerca teorica, proposta nello scritto Istinto di morte e conoscenza . Tale decisione fu violentemente attaccata sia dall'ortodossia universitaria sia dai circoli psicoanalitici. Tuttavia, contro ogni 'suggerimento normalizzante', la scommessa personale, culturale e professionale era stata fatta e quella ricerca, in quella sede, fu portata avanti fino al 1980, quando Fagioli si spostò in uno studio privato dando vita a un'esperienza che negli anni è stata definita 'Analisi Collettiva'.

Successivamente, portai avanti la ricerca sulla psicoterapia in ambito universitario, proponendo la psicoterapia dinamica, pur tra mille difficoltà e opposizioni che diminuirono nel 1988 allorchè divenni primario del Servizio Speciale di Psichiatria e Psicoterapia: denominazione scelta non casualmente proprio per significare che la psichiatria doveva essere strettamente congiunta con la psicoterapia.

Nel 1991 per motivi amministrativi universitari, la sede di via di Villa Massimo veniva chiusa e, sulla base di un notevole impegno personale, riuscii ad ottenere nuovi locali e pertanto il Servizio, di Psichiatria e Psicoterapia si trasferì nell'attuale sede di via Panama, 68/70.

Qui ho continuato a lavorare per far evolvere la clinica, la ricerca , la didattica e la formazione, come è testimoniato dalle migliaia di cartelle cliniche, dalla produzione di libri e di pubblicazioni scientifiche, dall'organizzazione di seminari e partecipazioni congressuali, dalle numerose tesi di laurea e di specializzazione, e che trova nella seconda edizione del “Manuale di Psichiatria e Psicoterapia” la più ampia e completa espressione.

Nel luglio 2004 il Consiglio di Amministrazione di Ateneo “… preso atto della volontà dell'Azienda Policlinico Umberto I a voler procedere , senza indugio, al trasferimento all'interno del policlinico delle attività assistenziali…. nella seduta del 13-07- 2004 ha deliberato la facoltà di recesso anticipato dal contratto di locazione dell'immobile sito in Via Panama 68/70”. Contemporaneamente nella riorganizzazione dell'Azienda Policlinico il Servizio di Psichiatria e di Psicoterapia veniva eliminato.

Bisognava separarsi.

Dal momento che veniva impedito anche materialmente proseguire questa attività iniziata oltre trenta anni fa, ho ritenuto coerente, avendone acquisito i diritti, separarmi definitivamente. Pertanto questa storia, almeno per quanto mi riguarda, si chiude con il 1° Novembre 2004, ma continua dal momento che io continuo questa ricerca che mantiene come caratteristica fondante e fondamentale l'apertura al dialogo, l'opposizione a qualsiasi riduzionismo, sia biologico che psicologico, l'avversione contro qualsiasi ideologia e forma di dogmatismo.

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